martedì 29 ottobre 2013

'Dovessi morire domani..'


(Annotazioni)

Siamo in viaggio verso Greenfield con un carico di droga da svariate migliaia di dollari vicino al culo.
'Portati da leggere', ha detto Huck. E io mi sono portata il mio libro di chimica, quello dell'università, quello su cui c'ho speso notti insonni e svariati piantini classici da pre-esame.
In genere m'aiuta a pensare. Anzi, mi correggo: m'aiuta a non pensare.
Ma adesso no, adesso è tutto talmente un bordello che nemmeno le formule mi sembrano più tanto un porto sicuro.
E quello stronzo se ne sta in cambusa da non so quanto tempo, ormai, e m'ha lasciata qua a morire di stenti e di pensieri malati fatti ( in ordine crescente di disperazione) di:

- previsioni di un futuro in cui sono senza una gamba
- previsioni di un futuro in cui sono senza tutte e due le mani e mi hanno spaccato i denti davanti
- previsioni di un futuro in cui non ho più accesso al laboratorio
- previsioni di un futuro senza di lui a rompermi le scatole.

E questo è quanto.
No, non è vero, questo non è quanto proprio un bel niente, è che lo so che ho sbagliato. M'aveva chiesto una ed una sola cosa, ovvero di tenermi lontana dalla banda di Momic. E io che faccio? Accetto il suo appuntamento d'uscire a cena fuori. Non con tutta la banda, eh, io dico proprio con lui, Momic.
Che poi, non ho capito: perchè Momic? Non fa 'Black' di cognome?
Joe. Joe Black.
Joe Black che oggi ha fatto squillare il mio cortex pad svariate volte, prima di darmi una punta al Bazaar e presentarsi davanti a me con due ciambelle per mano ed un sorrisetto tronfio sulle labbra. Non sembra poi molto un criminale pluriomicida ricercato da questo pianeta e quell'altro, quando sorride a quel modo.
'Ok, oggi non morirò', ho pensato.
Ma poi ho dovuto farlo innervosire, gli ho sbroccato contro e s'è impermalosito tutto, tanto che per poco non mi mollava lì alla bancarella delle bombe a mano (o forse non erano propriamente bombe a mano, non so, di quegli aggeggini per ammazzare la gente non ci capisco nulla).
CHRIS PARKER.
Eccolo il nome da non nominare. Eccolo, puntuale come un orologio svizzero, il nome che ho pronunciato.
Non ne vuole sapere dei 300 dollari che gli ho proposto per non ucciderla (in realtà ho usato la parola 'bigliettoni' per fare la dura, ma non ha funzionato lo stesso. Ci vuole uno zero in più, dice, e io uno zero in più non ce l'ho.)
Non so bene cosa pensare.
Huck dice che è pericoloso, e io so che è pericoloso, è solo che..
non lo so. Non so niente, accidenti.
Volevo solo dimostrare a quello spostato, burbero, maledetto, infingardo, borioso, maleducato chimico che so cavarmela benissimo anche senza di lui e che no, non gli starò più appiccicata, giuro, promesso, e no, smetterò di fregargli il grembiule da lavoro solo per annusarlo come se fossi una stalker professionista e ancora no, smetterò di pronunciare il suo nome con chiunque, dovessi morire domani.

...

Ritratto un po' di cose. Il grembiule, in realtà, vorrei continuare ad annusarlo ancora finchè mi risulta possibile, diciamo fino a quando avrò ancora le narici attaccate al naso. Però per tutto il resto GIURO, PROMETTO, DOVESSI MORIRE DOMANI (ripetizione dovuta.)

Sento i suoi passi. Sta scendendo dalla maledettissima cambusa.

Ricorda, Zoe: DOVESSI MORIRE DOMANI.
MORIRE.
DOMANI.
MORIRE.


Fine delle comunicazioni.


( sulla stessa pagina, dopo poche ore, è tornata a scribacchiare qualcosa.)

'Questa è la tua ultima stronzata. Fanne un'altra e mi assicurerò personalmente che tu venga regalata a Momic'


Credo si sia arrabbiato di nuovo.

domenica 27 ottobre 2013

Andare a fare in culo: nuove frontiere della socializzazione.


(annotazioni fatte a penna, con una grafia fitta fitta, piccola.)

E' dappertutto.
Io mi sveglio, e mi ritrovo liste della spesa da fargli, liste di debiti da ripagare per cose mangiate/bevute/spaccate, liste di cose che non dovrei fare, o che non dovrei fare così.
Il tizio del casinò m'ha buttata giù dal letto, oggi,  per avvertirmi che Huck Haggerty era tutta notte che continuava a bere e a giocare, e porco magnesio, era proprio vero che stava là.
Poi non ho capito bene ch'è successo. Vaffanculo tu, no vaffanculo tu, ennò, allora vacci tu a fanculo, ma sai che ti dico? Vaffanculo prima tu, no, vacci tu e pure con lo schioppo e senti, ma perchè non vai a fanculo? Perchè a fanculo ci devi andare tu e non voglio stare nello stesso posto. Fanculo!
Più o meno così.
Si, ok, era ubriaco. Si, ok, sono stata una cretina con la storia di Chris. Si, ok, certe cose mi vengono spontanee, tipo placcare le gambe di Kane Vyntra mentre è impegnato ad arrestare la mia amica. Sì, ok a tutto.
Ma mi sono sentita tipo quando getti le pastiglie di Bu2Fo all'interno della Blast ancora non sintetizzata, che fa quel rumorino tipo come un cane muto che prova a guaire, o come unghie corte sulla carta vetrata, o come un Chimico che ti guarda come se non valessi niente quando il tuo mondo da pochi giorni a questa parte gira attorno a lui. O peggio, come se fossi un ostacolo, tu e tutto l'hp, alla sua futura e possibile e soprattutto sperata dipartita lontano dallo Skyplex.
In quel momento mi sono resa conto che Huck Haggerty non ci vuole stare, qui.
E m'è passata tutta la vita davanti, oddio, diciamo tutta quella che deve ancora venire. Immagini idilliache di Kane Vyntra che mi mena per sport, della Dottoressa Graf che mi rifila veleni creati da lei ad hoc, di Luis Collins che mi piglia per il culo tutto il giorno. E più di tutte, m'è scattato il flash mentale di questa fotografia tristissima-barra-strappalacrime, sbiadita, con tutti i bordi rovinati di un laboratorio senza gli 'Sfiga Puttana!' di Huck, e senza i suoi 'Cazzo fai, Morrigan?' e senza 'Usa l'intuito, intuitina, altrimenti quel soprannome che te l'ho dato a fare?' e senza i suoi scarponcini rovinati (ebbene sì, usa gli scarponcini, glieli ho visti) e le scommesse e le battute sarcastiche e i malumori e la sua risata e senza di lui, accidenti.
'Vaffanculo tu, Huck Haggerty.'
Un vaffanculo che racchiude un: non te ne andare via e non mollarmi qua, ti prego, o giuro che io mi ci ingozzo, con le pastiglie di Bu2Fo e poi le rivomito e le mescolo all'acido Fluoridrico e me lo applico come maschera per la pelle da usare solo di notte, perchè di giorno sono occupata a dare capate contro la porta blindata delle celle di Hall point.
Un vaffanculo che in realtà non ha detto proprio nient'altro che non fosse 'vaffanculo', appunto, e basta, da adesso in poi ho deciso che mi devo staccare da questo colossale pensiero opprimente e non lo voglio vedere per giorni e giorni e giorni fino alla prossima sintetizzazione, si spera tra un annetto circa, e mi vado a sbronzare di ru-..

Il mio cpad.
S'è appena illuminato.

( la grafia è meno precisa, più svelta.)

Mi aspetta su Albany, al laboratorio della droga.



....


Ma vaffanculo.

giovedì 24 ottobre 2013

Carpathia Square offre una bella vista, alle volte.



Se c'era una cosa che Zoe Morrigan non sapeva fare, era aspettare.
Non riusciva ad ammettere ritardi d'alcun tipo, proprio le creavano ansie, i ritardi.
Se ne stava lì ad attendere, ferma sulla panchina, con le mani serrate e unite tra le gambe sottili.
Il via vai della gente incrementava lo stato di paranoia in cui stava amabilmente cadendo, cercava di non osservarle le persone, si limitava a fissare i loro piedi.
Dai piedi, alla fine, uno capisce quasi tutto quello che c'è da capire.
Quello veniva sicuro dal Rim, quell'altro no, aveva le scarpe troppo lucide, quella con le scarpe rosse e il tacco alto non ci sapeva nemmeno camminare, su quei trampoli, valeva quasi la pena risollevare gli occhi verso il suo viso -era bionda, sicuro, se lo sentiva proprio dentro- se non fosse che un paio di scarpe nerissime e sobrie, dalla punta leggermente allungata, non si fossero fermate esattamente davanti a lei.
Le aveva viste mille volte, quelle scarpe.
Le aveva odiate altrettante volte.

'Morrigan.'
Detestava il modo in cui lui pronunciava quelle otto lettere. Davvero, lo detestava con ogni fibra del suo corpo.

'Ciao, papà.'

Aveva alzato gli occhi e lo aveva guardato. L'espressione di disappunto sul viso di suo padre era una costante, ormai. Aveva quell'espressione là, con le labbra un po' strette e la fronte aggrottata, ogni volta che malauguratamente si ritrovava ad iniziare una conversazione con sua figlia.
'Ma che ci parliamo a fare, se tutte le volte mi devi guardare come se fossi una strana cosa che qualcuno ha buttato per terra.' avrebbe voluto dirgli questo. Avrebbe voluto dirgli molte cose, in realtà, ma era pure vero che alla fine non gli diceva mai niente, tenendosi tutto ficcato nella gola, proprio ad altezza trachea, giusto per non creare chissà quale enorme, strano, immenso, miserabile disagio.
Aveva sorriso, invece, nel modo un po' formale che ha lei per sorridere quando incontra qualcuno di importante. Lui no, non aveva sorriso. S'era semplicemente seduto al suo fianco, a qualche centimetro di distanza, e aveva già girato lo sguardo altrove, verso qualcosa di più interessante. La fontana di Carpathia Square, in fondo, era davvero deliziosa.
'Tua madre vuole sapere se stai mangiando, e se dormi decentemente, e se metti gli occhiali quando guardi l'Holo-tv.'

'Mangio come un porco, dormo zero e ieri ho spaccato gli occhiali per alcolizzarmi con uno che è alto quanto tu e la mamma messi insieme.'

La mente di Zoe aveva formulato la risposta, ma la voce era rimasta al riparo da qualsiasi, sconveniente affermazione. Per poi viaggiare su un più sicuro:

'Sì. Sì. E ancora Sì.'
Al quarto sì avrebbe vinto una bambolina a forma di perfetta madre casalinga che sorride e batte le mani a ritmo di una testa che sbatte ripetutamente contro un muro.

'Bene.' aveva detto lui.
'Bene.' aveva ripetuto lei.

E poi il silenzio. E poi di nuovo le scarpe della gente.
Quello è un dottore, certamente è un dottore. Quell'altro non lo capisce che gli stivali da cowboy a Horyzon non vanno di moda, quell'altro zoppica in maniera indecente.
La sensazione di disagio che provava nei confronti dell'uomo che aveva seduto lì al suo fianco, il silenzio cupo in cui era appena sprofondata e i palmi sudati che adesso stava sfregando tra loro: esorcizzava il tutto fissando i piedi delle persone. E ad un tratto s'era accorta che i piedi di Huck Haggerty non li aveva mai guardati. Le mani si, quelle spesso. Lo aveva fatto mentre lui mescolava le carte, e poi quando le aveva teso la sua per stringerla, e ancora -coi guanti- quando era intento a versare acido nei composti chimici. Ma le scarpe non gliele aveva mai guardate, ad Haggerty.
Gli aveva scritto un messaggio sul codex pad, dopo l'incontro con Blackbourne ma lui non aveva ancora risposto. E non avrebbe risposto, probabilmente, di questo era abbastanza certa. Eppure controllava l'aggeggio malefico al polso costantemente, per paura di perdersi il 'bip' e l'illuminarsi dello schermetto. Voleva proprio esserci, coglierlo in fallo il suo cpad, osservarlo nell'attimo in cui il messaggio sarebbe arrivato, e l'avrebbe strappata via da quell'opprimente sensazione che ti fa sentire con le mani alla gola, in una stanza stretta e priva di finestre.
Accidenti, perchè non aveva mai guardato le scarpe di Haggerty? E Perchè non le aveva risposto?
E perchè Chris Abigail Parker non aveva trovato il modo di mettersi in contatto con lei?
Strana cosa, i rapporti sociali.
Meglio le scarpe degli sconosciuti, in fondo, danno più informazioni, meno rischi, e uno non ci deve neppure parlare.
Quello pure è sicuro del Rim, quello cammina troppo pigramente, per avere un lavoro, è certamente un disoccupato. Quell'altra ha un laccio sciolto, a breve cadrà e si spaccherà la faccia.
Quelle potrebbero essere scarpe da Huck Haggerty, comode, usurate, un po' sbiadite.

'...spero di essere stato chiaro, e che in futuro non si ripeterà. Ora devo andare, Morrigan. Alle ore 14.00 mi aspettano in sala operatoria.'

Suo padre si stava già alzando, e aveva girato lo sguardo su di lei. Uno sguardo nuovamente corrucciato, era abbastanza ovvio.
E lei non aveva sentito una parola che fosse una, e ora stava ricambiando la sua occhiata con una a palpebre slargate.

'Certo.' aveva risposto, prontamente. La risposta da dargli sempre era quella, l'aveva imparato a menadito nel corso degli anni. un 'Certo' e ti togli via dagli impacci, dall'obbligo di dover spiegare, giustificarsi, avere un rapporto.

'Buona giornata.'
Una sistemata alla giacca, un cenno della testa. E poi s'era allontanato, mescolando le sue belle scarpe nere con quelle di centinaia di altre persone, lasciando dietro di sè la solita scia di leggero frastornamento misto alla sensazione netta e precisa che Zoe non avrebbe mai smesso di sentirsi una tredicenne insicura davanti a lui. E poi, il bip del suo codex pad.
Quasi aveva sobbalzato, trattenuto il fiato. E aveva anche aspettato un po', prima di andare a vedere chi fosse il mittente.
Un momento dopo s'era abbandonata con le spalle minute contro lo schienale della panchina.

'Luis Collins.'
aveva detto, tra i denti.

'Che tu sia maledetto.'




mercoledì 23 ottobre 2013

Senza ragione




Dio mio, quanto vorrei poter usufruire di un acido potentissimo in grado di liquefare dall'interno i bulbi oculari della dottoressa Graf.
Lei e i suoi capelli strambi. Lei e quell'aria robotica da so-tutto-io-te-non-vali-niente-inutile-pure-che-respiri-la-mia-aria. Lei e le sue teorie sul mondo.
Ora elencherò i motivi per i quali la odio:

- E' in gamba
- ha tredicimila master
- vive
- parla
- respira
- ha delle unghie più belle delle mie
- mi ha chiamata 'cagnolino di Haggerty'
- pronuncia male il cognome 'Haggerty'
- a lei la divisa di HP sta meglio che a me
- ha una teoria su tutto
- vive (già l'ho detto?)

E questo è quanto.
Ora.
Ho fatto una cosa che non dovevo fare. Ho fatto una cosa che mi ero ripromessa che non avrei più fatto quando all'asilo, a quattro anni e mezzo, ho spintonato nel bagno Jin Mi Lee (5 anni), perchè mi aveva detto che avevo gli occhi color cacca.
HO SPINTONATO LA DOTTORESSA GRAF.
Cioè ho proprio alzato le mani, fatto un passo in avanti, e tirato uno spintone verso il suo petto.
Non lo so che m'è successo. Davvero. Mi è entrato in corto circuito il cervello, una sinapsi deve aver reagito male alle sue ultime parole (non ricordo più nemmeno quali fossero, addirittura) e poi l'istinto ha avuto la meglio. L'istinto. Sì, ho pure un istinto. Coperto sotto tre strati di indumenti e sotto lenti troppo grandi, ma cacchio, MA IO SONO UNA BESTIA SE MI CI METTO, EH.
Mettete a letto i bambini, chiamate un'ambulanza preventivamente, sta passando Zoe Morrigan, che tira panini e tira pure spintoni.

...

Sono davvero nei guai. Sono qua, chiusa nel mio alloggio, ed ogni passo che sento in corridoio mi provoca tremori convulsi alle ginocchia, occhiate terrorizzate verso la porta, e pensieri di morte e distruzione intervallati solo da torture inenarrabili che riceverò dal Signor Capo alias BlackBourne.

Ho pensato già a come discolparmi:

Numero uno: 'La prego signor Blackbourne, mi perdoni! Io non volevo, è solo che soffro di una terribile fobia che mi costringe ad evitare le persone dai capelli rossi. E se non le evito, le spintono. Le porto una cartella clinica firmata e controfirmata da medici stimati, no, metta giù la pistola, cosa sta fac-..'

sbam.
(sbam è il rumore della pistola. Non so che rumore abbia, ma credo sia 'sbam'.)

Ho pensato già a come discolparmi anche con Haggerty, che sicuro una ramanzina me la deve fare, per questa storia, e figuriamoci se si perde l'occasione:

Numero due (la scena possibilmente da svolgersi davanti al mare, col vento tra i capelli, e il tramonto dietro di noi): 'Huck, tu non capisci. Lei stava gettando fango su di te, sul tuo lavoro di chimico, sulle tue abilità. Ti ha chiamato 'Mediocre', ha detto cose inenarrabili. Oh, Huck, no, posa il bottiglione d'acido, cosa stai facendo?  Cosa ne sarà del nostro bambino che porto in grembo? Cos-...no-...Hu-..io-..ti-...'

Swish.
(suono dell'acido che mi percorre la pelle.)


Ecco qua.
Non mi viene in mente altro. Tutto questo è terribile, come ho fatto a perdere le staffe a quel modo?
Come ho fatto, io, proprio io?
E anche oggi, come al solito, vorrei sprofondare sotto qualche metro di terra, rimanerci per una cinquantina d'anni, e tornare in superficie solo quando tutto questo verrà archiviato e dimenticato.

E comunque, cara Jin Mi Lee (sempre5anni) : sei pure mezza daltonica, oltre che stupida. I miei occhi sono neri, non color cacca. Ti odio e ti odierò per sempre. Amen.



martedì 22 ottobre 2013



Questa serata verrà presa, accartocciata, e poi modificata a mio piacimento nella testa.
E' andato tutto bene, io ho perso a poker, non ho chiesto nulla, non ho ricevuto nessun rifiuto, niente mortificazioni, niente minacce, niente imbarazzo COSI' TERRIFICANTE, PORCA MISERIA, DA FARMI DESIDERARE LA MORTE IMMEDIATA PER DECAPITAZIONE, MENTRE MI S'IMPICCA, E MENTRE QUALCUNO MI DA' FUOCO AI CAPELLI E MI INCENDIA PURE I PIEDI.

La smetto. Questa è isteria, me ne rendo conto, e no, non dobbiamo diventare isterici.
Noi siamo chimici, gente con le palle, gente dal forte autocontrollo.



....


Jhonny Sullivan (anni 13), dopo la finale di pallaaqualcosa in cui m'avevano costretta a giocare, aveva proprio detto la verità:

'Tu, Zoe Morrigan, finisci sempre col culo per terra. Ma come fai?'

Caro Jhonny Sullivan, non c'hai capito proprio niente. Io, semmai, mi ci butto proprio a peso morto.
Comunque guai, guai, tanti guai e sciagure ricadano su di me, se riprovo ancora a pensare a quello che ho pensato stasera, etcetera,
etcetera,
etcetera.

Dio, ma quanto sono idiota?
Tanto, Zoe, tanto. Pacca sulla spalla, schiena dritta, e vatti ad ammazzare per davvero in qualche anfratto, vai, che te lo meriti dal profondo del cuore.





( annotazioni un po' convulse, grafia tremendamente frettolosa. >

Allora. Ho un'amica.
HO UN'AMICA. Oggi, 22, 10, 2515, io ho un'amica.
Chris, si chiama. Mi sono dimenticata di chiederle il cognome, però non fa niente, ha il mio contatto cortex e potremo scambiarci messaggi e messaggini vari, a tutte le ore del giorno e della notte.
Credo si faccia così.
Chris è una tipa proprio tosta, di quelle che ti menano con gli occhi se solo t'avvicini. Oddio, a giudicare da come è arrivata pesta davanti a me, direi che non ti mena solo con gli occhi. E' pure mezza lesbicotta. E credo abbia qualche problema con l'alcol, visto che beve gin senza ghiaccio alle ore 13 del pomeriggio.
Ma ho un'amica, che importa? Ha detto che l'ultima volta qualcuno le ha infilato un palo su per il <seguono cancellature> sedere, credo che sia stato a quel punto che s'è votata alle donne. Voglio dire, sono avvenimenti traumatici, presumo, ed ora cammina piuttosto male, tipo trascinandosi come un coniglio un po' zoppo.
Ma lei è mia amica. L'abbiamo deciso preventivamente, seguendo tutte le regole di quell'Holo-film che ha visto non so dove: io avevo proposto il patto di sangue con successivo svenamento, ma lei ha optato per una scatarrata sul palmo e stretta di mano. Poco dignitosa, è vero, ma almeno siamo ancora vive tutte e due.
Sputo come un cane, ha detto. Per farle comprendere che i cani non sputano -al limite sbavano- ho impiegato dai trentacinque ai quaranta secondi, certe volte sembra proprio non comprendere.
Ma è mia amica, ho un'amica. Carissima Jenny Tyler (7 anni e mezzo) che a scuola hai messo la crocetta sulla casella 'NO' , in risposta al mio bigliettino con su scritto 'Vuoi essere mia amica?': ora ti mando contro Chris e ti faccio mangiare la faccia, così impari bene contro quale bambina metterti.

Tre punti, una linea, tre punti.
Me ne ricorderò.

p.s: ho un'amica. Apatica, con lo sguardo spento e i capelli da teppista. Non potevo chiedere di meglio.


_____________


( viene fatta un'aggiunta, a distanza di ore. )

Christina Abigail Parker, ingegnere. La Krushenko parla di sequestro di persona, forse di rapimento, o simili.
La mia nuova amica mi sa che mi ha mentito per tutto il tempo.
O forse è nei guai.

Solita sfiga nera.



lunedì 21 ottobre 2013



Avrei voluto spaccarglielo, il suo cpad sfavillante e nuovo di zecca. Avrei voluto prenderlo, strapparglielo dal polso, gettarlo in terra, raccogliere un badile di ferro, e spiaccicarglielo contro più e più volte. Magari gridando come una pazza, in piena scenata teatralissima. Questo, ogni volta che gettava uno sguardo sul display luminoso.
Ma invece mi sono limitata a chiedere d'uscire dal locale, che forse era meglio. Tutto ad un tratto mi stava stretto il ristorante, la tappezzeria, persino il vestito.
Altro che 'wow'. Ma 'wow' un par di palle, dico io. 'Wow' cosa, se ti sei dimenticato che m'ero sciolta addirittura i capelli tre secondi dopo essere entrati al Sally Side.
Il mio libro non è servito a nulla, forse avrei dovuto leggerlo fino alla fine, prima d'andare alla cena.
Lo sto sfogliando adesso. Quinto punto per un appuntamento perfetto: mai parlare degli ex.

No, non avrei dovuto leggerlo io. Avrei dovuto direttamente regalarlo a lui.
Sono una stupida, era quasi meglio quando sprofondavo nella sociopatia più estrema. O forse ho sbagliato qualche calcolo, o forse ancora semplicemente non ho avuto il pieno controllo di me, in questa stramba serata, e la cosa mi spaventa.
Avere sempre il controllo, Morrigan, sempre.
Sempre.

E invece mi ritrovo a fissare sul tavolo uno stupido cappello da chef ed un panino che non ho nemmeno assaggiato.
Che un qualche dio mi abbia in gloria, perchè sono finita seriamente nella merda.
Ho dovuto persino beccarmi le mille domande di mia madre e lo sguardo fisso di mio padre. Non m'erano mancati per niente, devo dire. Hanno subodorato la menzogna, gliel'ho letto negli occhi, ma non ho avuto cuore di sostenerli per troppo tempo. Se si potesse mettere gentilmente una bomba sotto la mia casa, ecco, a quel punto potrei sentirmi più libera, slegata, diciamo.
Ma cosa sto dicendo.
Sono palesemente brilla, non dovrei nemmeno scrivere. Vado a dormire, domani metterò una pietra sopra su questi stupidi pensieri. Sul serio.

Comunque, alla fine, ha pagato lui.

M.
Emme, che potrebbe essere l'iniziale del nome, del cognome, del nomignolo, o di chissà che altro, non lo so perchè non ha voluto dirmelo. E' strano, Emme. Strano non come è strana la Graff, ma strano come potrebbe essere uno psicopatico appena uscito dal carcere penitenziario per malati psichiatrici senza che sia migliorato neppure di poco. Sì, io credo sinceramente che sia pazzo.
A parte che è uno scostumato, a parte che è pure sboccato e irriverente, a parte che non so come, non so perchè, mi ha fatto perdere le staffe e mi ha procurato un livido sulla testa. Dico, a parte questo, ieri ho litigato con questo sconosciuto. Sto facendo progressi nelle mie relazioni sociali, sono fiera di me.

In realtà oggi in laboratorio ho litigacchiato anche un po' con Haggerty. E' che quando mi tratta con quell'aria sufficiente, come se non ci si potesse fidare di me, mi manda in bestia.
Per un momento avrei voluto spaccargli il mestolo contro il naso, ma grazie al cielo il mio auto controllo ha salvato me da un'eventuale espulsione CUM morte certa da Hall Point.
Non lo riesco a capire bene, Haggerty, è come uno di quei composti chimici apparentemente semplici, ma dalla formula complicata come quella della struttura molecolare della clorofilla.

(segue annotazione esplicativa)
C55H72O5N4Mg
Devo mettere bene per iscritto quello che so con precisione, o finirò col perdermi:
- è un baro
- ha un debole per le scommesse
- faceva il doppio gioco per una banda criminale e la cicatrice sul collo se l'è procurata per quello
- non ha una donna, ma ce l'aveva fino a poco tempo fa (indagare)
- quando dice 'Sfiga puttana', mi devo preoccupare
- corrompibile con l'alcol
- non credo si droghi
- io spero che non si droghi
- dio, speriamo che non si droghi
- è il miglior chimico del Verse. Non perchè lo dice lui, ma perchè lo è. Seria.
- tende a sparire, essere rapito, essere ferito, morire e simili.
- si diverte come un pazzo a trattarmi da deficiente
- non crede per davvero che io sia una deficiente

E ultimo, ma non ultimo,
stasera andiamo a cena.
KABOOM. Voglio morire. Non ho un vestito adatto.
Voglio davvero morire.

domenica 20 ottobre 2013



( Ancora annotazioni )

Erkentrud Graff.
E' strana. Capelli strani tatuaggio in faccia -dico io, ma una persona si può tatuare un cuore sul viso?- trucco pesante. A primo acchitto non pare una dottoressa. Invece questa stronza ha una laurea in Medicina, specializzazione in Chimica, in Biologia, credo pure in Genetica e non ricordo cos'altro. Ci manca che sappia fare l'uncinetto, cucinare manicaretti, sparare con due pistole e poi posso odiarla sul serio.
No, accidenti. Non mi va di essere competitiva sul lavoro, il problema è che non voglio arrivare neppure seconda.
Ce l'ha con Kane Vyntra, e Kane Vyntra la guarda come se se la volesse mangiare. Non posso permetterglielo, ma solo perchè poi lei diventerebbe una sorta di 'vittima' e no, accidenti, guadagnerebbe punti.
Penserò a qualcosa.



Nel frattempo la mia voglia di uccidere Luis Collins è salita alle stelle. Un po' perchè mi ha messa a catalogare scartoffie, oggi, un po' per quelle sue teorie da uomo di mondo conoscitore di corer. Non conosce un ben niente, in realtà. E' convinto che abbia una cotta per Huck Haggerty, ma io non ho nessunissima cotta per nessunissimo Huck Haggerty in nessunissimo senso. E' il chimico più in gamba che ci sia nei paraggi, dannazione, non mi brucerei mai un eventuale rapporto di collaborazione con lui per questioni idiote come queste.
Però sta bene senza la barba. Anche se si vede di più quella strana cicatrice che non sembra essere per niente frutto di un'operazione chirurgica. Chissà chi gliel'ha fatta.
Non mi interessa, comunque, barba o non barba, cicatrice o non cicatrice, ci manca solo che mi metta a pensare a cose del genere. Io voglio sposare il mio lavoro, a Luis Collins proprio non gli entra in testa.
Come direbbe Haggerty, siamo al 'flop', bisogna ancora scoprire altre due carte. Al 'raise' farò un 'All in' e dimostrerò di avere le carte vincenti, altro che Erkentrud Graff. Gesù, sto proprio leccandogli il culo, con questa storia del poker. Così in basso per imparare qualcosa -cucinare droga, tra l'altro- non c'ero mai caduta. Mio padre ne morirebbe.
...Ma chissà come se l'è procurata, quella strana cicatrice.

Nota: STEVENSON, tenersi alla larga. (non ricordo più il perchè)
Nota 2: Tenersi ben stretta la domanda num. 3


giovedì 17 ottobre 2013


( seguono nuovi appunti )

17.10.2515

Huck Haggerty. Non ha finito gli studi, ma è uno dei migliori chimici del 'Verse. DICE.
Arrogantello, ironico nel modo che non piace a me (vedi Kane Vyntra.), Baro.
Gli piace dare nomignoli, io li odio i nomignoli. Odio i vezzeggiativi e tutte le cose che finiscono in 'ino/ina/etto/etta' o peggio 'ettino/ettina'.
Spero solo che da 'Intuitina' non passi a 'Intuitinettina', quindi.
Devo imparare da lui, mi serve. Ho tanta teoria e poca pratica, lui ha un metodo tutto suo a quanto pare, che consiste nel farti fare direttamente le cose, roba traumatica, l'assistente numero 2 l'ho vista sul punto di smaniare.

Nota: reperire informazioni sul Poker.
Nota 2: sbirciare meglio quel coso che si intravede dal collo (tatuaggio?)
Nota 3: NON MORIRE. Quest'uomo porta una sfiga esagerata, mi pare d'aver capito.


Tali Moriarty. Alias assistente n.2
Non lo so se mi va a genio. Credo abbia tentato di difendermi, o forse no, forse le piace solo sfoggiare un'aria scontrosa e riversarla contro Haggerty e m'ha utilizzata come 'pretesto a caso' per farlo.
Non ho ben capito cosa ci sia tra i due, mi sa niente, o forse boh.
Non ci capisco nulla di questioni simili, so solo che lei è molto bella, molto magra, molto tutto.
Però oggi ho vinto io. Questa è l'unica cosa che conta.



Ero agitata, una volta lasciato il laboratorio. Non lo so, è che l'unica volta che ho fatto qualcosa d'illegale, è stato sbirciare la risposta al test di Matematica, a scuola, quando ero ancora un nano. Risposta sbirciata sul compito della maledetta Lyal Thompson (8 anni) , stronza occhialuta dotata di un cervello allucinante. Risposta che m'è costata l'occhiata di compatimento più disonorevole di tutta la mia vita.
Ecco, Lyal Thompson, piccola cagna genialoide che m'hai rovinato la vita: adesso io sintetizzo droga e tu stai a fare i vaccini. Magari muori. Magari.




Annotazioni.



16.10.2515

( seguono appunti )

Kane Vyntra.E' arrogante, è ironico nella maniera che non piace a me, e non riesce a completare una frase senza che all'interno vi siano le seguenti parole:

'Cazzo. Masturbazione. Figa. Fottut/o/a/i, Coglione, Stronzo. Merda. Merda sciolta. ' e simili.

Non andremo d'accordo, ma la cosa non mi stupisce.
E' stato lui a darmi il lavoro.


Luis Collins.Deve avere qualche problema con il sesso. E col fumo. E probabilmente anche con l'alcol.
Non riesco bene ad inquadrarlo.
Regola numero 3: meno cose sai, più sei al sicuro.

Ricevuto.