mercoledì 15 gennaio 2014

Il brillocco di fidanzamento.


Ebbene si, Kate Taylor (17 anni), che mi avevi detto:

'Rimarrai zitella a vita, se non cambi montatura degli occhiali.'
Adesso io ho il mio personalissimo anello di fidanzamento al dito, e tu fai l'infermierina non so dove, a raccogliere il piscio di vecchi che nemmeno possono sbavarti dietro, perchè sei brutta, sei una persona brutta, ma intendo proprio brutta dentro e quindi questa tua orribilità interiore si riversa pure fuori e insomma, MI SONO FIDANZATA.
Stanotte non ho chiuso occhio per l'emozione. Continuavo ad accendere la luce per osservare il mio anello. Poi la spegnevo, mi mettevo giù, alzavo la mano e cercavo di vedere se per caso, dico per caso, brillava pure al buio. Quindi riaccendevo, gli sorridevo, lo accarezzavo. Rispegnevo e ripercorrevo nella mia testa i dettagli della pietra, poi riaccendevo per notare se li avevo memorizzati bene.
A quel punto, Dragan s'è svegliato e m'ha mandata a fare in culo.
Credo fosse un po' geloso, il signorino, perchè in genere di soppiatto accendo la lucetta del cortex pad per fissare lui, invece è stato brutalmente scalzato DAL MIO BELLISSIMO BRILLOCCO AL DITO.

Oggi, quindicesimo giorno del primo mese del nuovo anno, io, Zoe Morrigan, mi sono svegliata stamattina ed ero ufficialmente una fidanzata.
Sono corsa fuori dalla cabina per cercare di capire se qualcuno notasse la differenza. Ma questi buzzurri sembrano non aver colto, accidenti, e io non so bene a chi mostrare il mio nuovo status.
Tra l'altro, status ampiamente conquistato, ma con la forza proprio della passione, eh.
Intendo dire che prima di darmi l'anello, io e Dragan ci siamo menati come se non ci fosse domani. Sarebbe più corretto dire che mi ha sorpresa mentre cercavo con un passamontagna in testa segni di liquidi o di residui sul suo letto che potessero portare a galla un eventuale tradimento. Poi lui è arrivato e io ho dovuto, ho DOVUTO sparargli una scossa di corrente col mio Taser, me l'ha proprio tirata via dalle mani, caro diario.
Tra tremori e bava alla bocca, s'è messo a urlare e quando mi si strilla in faccia io parto di testa.
Non intendo metaforicamente, intendo che gli ho dato una capocciata.
Ok, mi sono beccata un discreto papagno sul muso, MA CHE IMPORTA? Sono fidanzata!

Ora, nella mia nuova condizione di ragazza FIDANZATA (devo continuare a scriverlo per convincermene), ho deciso alcune cose sacrosante:

-Mai più indagare circa la fedeltà di Dragan Momic tramite domande trabocchetto fatte a terzi
-Mai più sbirciargli il cortex pad quando lo lascia sul comodino
-Mai più tramortirlo col Taser
-Mai più crearmi un mondo parallelo in cui Lucy, la maledetta e biondissima Lucy, passeggia mano nella mano con lui nella cambusa dell'Atlantis, mentre io con uno strofinaccio legato alla vita lavo i piatti della loro cena insieme (ostriche, pure ostriche hanno mangiato, gli stronzi!)
- Oh no, ecco: mai più pensare 'stronzo' riferito a Dragan, se effettivamente non ha fatto niente, anche se nella mia testa continua a spizzare le tette della suddetta Lucy.

Questi sono i miei nuovi propositi.
Ora c'è un ricco, enorme, terribile, brutale problema.

LA MIA FAMIGLIA.
Io credo che solo mia nonna con l'Alzhaimer potrebbe gioire del fatto che la sua unica nipote si sia appena fidanzata con un criminale ricercato per svariate cosette.
Ho detto alla mamma che ho conosciuto una persona.

'Uno di Horyzon, voglio sperare.'
La prima frase di lei mi ha gettata in un circolo vizioso di bugie, e porca miseria, alla fine le ho detto che Koe Dlack (nuovo nome di Dragan), è un uomo d'affari alias un banchiere nato e cresciuto su Horyzon.
La mia bugia avrà sicuramente le gambe corte.

Accidenti, è davvero complicato essere una fidanzata.

p.s: è appena stata inaugurata la guerra dei Pennarelli. SAREN, IN QUALITA' DI FIDANZATA DI DRAGAN MOMIC, IO TI PUNIRO'.

martedì 14 gennaio 2014

Riassunto di una Terapia.


E' cominciato tutto in una fredda, piovosa notte d'inverno (oddio, non era troppo fredda e non era nemmeno notte, però pioveva.)

(ribadisco, non pioveva, mo mi sono ricordata meglio.)

E' cominciato tutto in una quasi notte di inverno, quando Dragan Momic mi ha detto:

'Senti, ci sta una mia sorta di sorella che ha dei seri problemi. Forse ha bisogno di qualcuno con cui parlare. Aiutala tu.'

Maccerto, maccomeno, ma qui c'è Zoe l'eroina della sociopatia cronica, delle cose dette fuoriposto e delle cazzate sparate random che fanno sgranare gli occhi alla gente, ad aiutare.
E così la prima 'seduta' di Terapia con Chayo, alias una ragazza che pare un ragazzo ma che in realtà è una ragazza, è iniziata all'insegna del

'Facciamo un gioco, tipo come se fosse il tuo compleanno, dimmi quello che vorr-...'
Non ho finito la frase, che lei mi stava guardando come se fossi deficiente.Giustamente.
La barzelletta sulla tipa morta che in realtà non era propriamente morta raccontata subito dopo da Eddie diciamo che non ha alleggerito di molto la situazione, visto che la suddetta Chayo stava vivendo proprio un trauma post-rebirth. Ma vabbè. Andiamo avanti.
Mi rendo conto entro poco tempo che Chayo ha una fissa assurda per un oggetto, nello specifico un coltello, allora inizio a sfogliare manuali su manuali di psicoterapia e di psicoanalisi, e vengo subissata da elementi di Castrazione, di un Freud che parla di ammazzare la madre e scoparsi il padre (o viceversa), e mi dico: ma stai a vedere che questa soffre del complesso di Edipo. Oppure, stai a vedere che Freud era un tossicomane.

La seconda opzione ha vinto sulla prima, e ho attuato un'altra strategia: infilarmi di prepotenza nella vita di questa tipetta. Diciamo che i miei continui urli o rumori molesti provocati dalla scoordinazione totale di mani e gambe proprie della mia persona, ha fatto sobbalzare Chayo non poche volte. Diciamo pure che frasi come
'Oh, ma se ti regalassi un taglierino, invece? E' pure più comodo e meno pericoloso da portarsi dietro.'
Le ho bandite dal mio vocabolario.

La seconda seduta s'è rivelata estremamente proficua, con lei strafatta di Bloom a dormirmi con la testa sulle gambe, e io ormai totalmente infiltrata nella sua cabina piena di incenso, dopo averle quasi buttato giù la porta della cabina a calci e pugni.
Alla terza seduta, mi sono resa conto che la signorina in questione aveva una stracavolo di malformazione al cuore, il che mi ha portata a formulare due possibili approcci:

Il primo era quello di dirle: SENTI, GUARDA, ATTENTA A FARE CAZZATE IN GIRO, CHE TI SCHIOPPA L'AORTA E TIPO MUORI, EH!

Ma l'ho scartata perchè non mi sembrava appropriata alla condizione psichica della mia paziente.
La seconda era quella di andare spedita con un approccio più gentile:

'Chayo, tesoro. Siediti. Vuoi un thè? Caffè? NON DOVRESTI BERE TROPPO CAFFE', NO, IL CAFFE' NO, SEI MALATA DI CUORE CRISTO SANTO, POI CI MUORI!.'

Ma ho scartato anche questa: non mi pare una che beve caffè.

E quindi ho deciso di percorrere la terza strada: non dirle niente, e farglielo dire da qualcun altro.

Ad ogni modo, dopo averle regalato un bonghetto e dopo averla vista per svariate volte andare in giro prima con un sorcio, poi con un crocefisso molto splatter, è stata l'ultima seduta ad essere stata illuminante.
Illuminante, dico, perchè mi sono resa conto di quanto fossi cagasotto con lei alla guida.
Insomma, ho piazzato questa squinternata alla guida della Jeep, e la simpatica Chayo stava per farci schiantare allegramente contro un muro, prima di fare almeno quattordicimila testa coda. Al che, dopo svariati conati di vomito, qualche urlo, preghiera e forse insulto al cielo, mi sono girata verso di lei per aggredirla verbalmente con epiteti irripetibili, del tipo: 'Sei una quaqquaraqquà'.

Ma non ce l'ho fatta. Mi stava guardando con questi due occhioni sgranati ed entusiasti, e porca miseria, come facevo a dirle che io stavo per infartare io, quando invece avrebbe dovuto infartare lei?

E' stato un percorso ad ostacoli, lungo e macchinoso. Ma forse ce l'ho fatta.
O forse è stata lei a cambiare me, a rendermi più..non lo so, ma cazzo, stasera ho prima dato un pugno a Saren, e poi ho sparato col mio Taser contro Dragan, prima di dargli anche una capocciata.
Grazie, Chayo, mi hai resa una piccola bandita migliore.
Grazie.


Ma butta quel cazzo di topo, prima che lo uccida io.



sabato 11 gennaio 2014

Post-Vacanze


Il Natale al mare: che cosa assurda.
Riassunto della mia scappatella amorosa a Whitmon:
ho rischiato di morire affogata almeno sette volte. Due delle quali ho finto spudoratamente per attirare l'attenzione di un Dragan dormiente sul bagnasciuga, invece è arrivato il bagnino con la classica faccia di uno che aveva appena ricevuto un calcio dritto nei coglioni.
Tutte e due le volte, anche perchè stavo a riva a sbracciarmi come una pazza.
Il mio stile di nuoto a cagnolino ha lasciato a bocca aperta tutta la spiaggia, sfrecciavo come un velociraptor con diecimila zampe, ma ancora non comprendo l'occhiata di disagio che mi ha riservato Dragan.
Diavolo, sono la campionessa dello stile a cagnolino, credo fosse dannatamente invidioso della velocità e coordinazione con cui sbattevo mani e piedi.
Ho portato in Hotel almeno diciotto collanine, non ce la facevo a dire di no ai simpatici tizi scuretti che cercavano di appiopparmele ogni due per tre. E poi sono carine. Orribili, ma carine. Che potrebbe apparire un ossimoro, ma non lo è: è solo che sono orribili al mio collo.
Abbiamo mangiato un sacco (cioè, io ho mangiato un sacco) e devo riflettere bene sulla frase:

'Era meglio se ti compravo quel vestito blu..'
che m'ha detto Dragan quando ha visto il conto.

Comunque vacanza fantastica. Mi sono tolta di dosso un po' di ansie, di prospettive varie ed eventuali di morte, di tutto quello che proprio non andava come doveva andare.
Lo so, la devo smettere di fissarlo mentre dorme, è da psicopatici.
Ma è così bello, quando non parla con quel suo accento di Victory, sembra così indifeso.
Poi quando apre gli occhi e si rende conto che lo sto guardando e io tento il finto svenimento, ride.
E allora poi rido pure io e ommioddio, quest'uomo mi farà diventare davvero una deficiente patentata.
Aspetto il momento in cui mi verrà davanti, mi metterà le mani (che belle mani che ha) sulle spalle e mi dirà:

'Zoe, scusa, sono inciampato su una tipa e per sbaglio l'ho messa incinta. Possiamo rimanere amici?'

Oppure verrà da me con quel sorriso strafottente e dirà:

'Honey, abbiamo riso, abbiamo scherzato, mo ti presento la mia nuova ragazza, Lucy'

Laddove Lucy risulta essere un donnino alto almeno cinque metri, con tette da urlo e capelli biondi costantemente profumati. Io ti odio, Lucy senzacognome, sappilo. Odio te e i tuoi capelli, odio te e le tue gambe chilometriche (magari t'azzoppi, Lucy) i tuoi fianchi stretti e..

L'ho già detto, che mi sta facendo diventare mongoloide?

martedì 17 dicembre 2013

Apri gli occhi, Morrigan.





[una lettera piegata in quattro parti, viene fatta slittare sotto la porta di Morrigan]

quand'eravamo piccoli, giocavamo spesso a una cosa, uno sport, forse erano solo palate gratuite. Per fartela breve... c'erano due squadre che combattevano; undici ragazzi in un quadrato di terra e undici nell'altro quadrato. A vederlo dall'alto il campo intero, segnato da righe di gesso, era una specie di rettangolo lungo parecchi metri, con due porte, una per ogni squadra. L'obiettivo era attraversare quel rettangolo fino a soffocare. Non appena sconfinavi nel territorio avversario con la palla stretta al petto, sapevi già che ti avrebbero sommerso come uno stormo di cornacchie. In quei trenta secondi scarsi, mentre focalizzavi la porta, sapevi già che t'avrebbero caricato, trattenuto, placcato, insultato, sgambettato. Sapevi già che quella cazzo di palla sarebbe stata il motivo dei lividi e delle ossa rotte, delle bestemmie e degli spintoni, delle testate sui denti e dei pugni nello stomaco. L'unico modo per vincere era lanciare la palla a un compagno libero, mentre tu affogavi nel fango e venivi calpestato a calci. La palla volava di mano in mano, non stava mai ferma e non era di nessuno. Ce la passavamo per ore e ore, tracciando un labirinto di linee invisibili nel cielo.
Pensavo solo questo mentre scappavamo da Bullfinch, mentre ero in plancia a vedere i missili scivolare sul dorso della nave.
Pensavo che ci siamo menati così forte da aver annaffiato (per anni) col sangue e gli sputi, l'erba di quel campetto. Lo sapevo allora e lo so adesso che quella palla non l'avrei mai mollata, che l'avrei lasciata solo nelle mani dei miei compagni.
E' per questo che io e te non siamo mai state amiche Morrigan, tu non stai ne dentro ne fuori il campo, non sai neanche da che parte devi mettere i piedi. E io non ti odio, e non ho bisogno di perdonarti perché le ossa, me le hanno già spezzate prima che tu arrivassi col carico di paura e medicine.
Apri gli occhi Morrigan, ti muovi come una bandiera quando in realtà dovresti essere il braccio teso che la regge.

Cortès.

venerdì 13 dicembre 2013

Funziona solo negli Holo-film




Il mal di testa le stava trapanando le tempie e lei, seduta sulla sua brandina, cercava coi polpastrelli di trovare un po' di pace.
Ma era impossibile.
Perchè quel giorno gli altri detenuti nelle celle dello Sceriffato erano più turbolenti del solito.
La sua era una delle poche celle singole, ma poco più in là spazi cumulativi ospitavano criminali, soldati che avevano disertato, ladri, e svariate sottospecie di gente davvero poco raccomandabile, pronti a saltare alla gola del proprio vicino per fregargli un po' della brodaglia che gli portavano da mangiare.
Tra grida d'incitamento e sangue sparso, un tizio di Bullfinch se le stava dando di santa ragione con uno di Boros, a quanto aveva capito Zoe, che cercava di ignorare i vari:

- Cazzo, punta agli occhi, agli occhi!
- Ma che fai, pezzo di stronzo? Buttalo giù, devastalo!
- Adesso stacco una delle sbarre e te la pianto dritta in gola.

Etcetera. Etcetera. Etcetera.

In breve, il finimondo era scoppiato là dentro, corpi ammassati gli uni sugli altri che si facevano spazio a colpi di ginocchiate, gomitate, capocciate e pugni negli incisivi.
Una roba immonda.
E ad un tratto la nostra Paladina della giustizia, alias Zoe Morrigan, si era alzata di scatto dalla sua brandina. Aveva sollevato la testa arruffata con aria decisa, e poi s'era avvicinata alle sue sbarre.

- FERMI TUTTI!

Aveva gridato con la voce un po' roca e graffiata, classica di chi c'ha l'umidità perfino nelle mutande.
Inizialmente non aveva riscosso molto successo, finchè non se ne è uscita fuori con..

-SIGNORI! PER FAVORE!

Binomio altamente improbabile la parola 'signori' accostata al 'per favore', uniti ad una voce femminile, lì nelle celle di Timisoara.
A poco a poco i pazzi squinternati si erano fermati, bava alla bocca, occhi iniettati di rabbia, e avevano girato le teste verso la nana che stava cercando di far capolino tra le sbarre.
E poi, poi era successo l'irrimediabile.

- Figli di Gondor, di Rohan. Fratelli miei!

Se ne era uscita così, provando pure a fare una voce altisonante.

-Vedo nei vostri occhi la stessa paura che potrebbe afferrare il mio cuore! Forse arriverà un giorno in cui il coraggio degli uomini verrà meno, e abbandoneremo i nostri amici, e spezzeremo ogni legame di fratellanza, ma non è questo il giorno! Un'ora di scudi spezzati quando l'era degli Uomini finirà, ma non è questo il giorno! Oggi, noi combattiamo! Per tutto quello che vi è caro su questa terra, vi invito a resistere, Uomini dell'Ovest!

Il silenzio era piombato nel corridoio stretto che separava le varie celle.
Sguardi confusi, allibiti, espressioni stralunate s'alternavano sulle facce dei detenuti.

- Figli de che?
- Fratelli di chi?
- CORER DI MERDA, FA CHE ESCO DA QUI E TE LI FICCO TUTTI NEL CULO GLI SCUDI SPEZZATI!
- Puttana corer, che cazzo dici?
- A morte! A morte la corer!
- A morte Boros!
. A MORTE TUTTI!

Badabam. Avevano ricominciato a darsele di santa ragione.
Lei aveva sospirato, s'era ritratta dalle sbarre, ed era tornata con la coda tra le gambe a sedersi sulla sua brandina.
In fondo, roba del genere funziona solo negli Holo-Film.

giovedì 12 dicembre 2013

'Le persone danneggiate sono pericolose. Sanno di poter sopravvivere'



La sua colonna è una sequela di vertebre incurvate, le braccia stringono le gambe raccolte al petto, come per paura che qualcuno possa venire a tiragliele vie. I capelli -Rosales ne sarebbe rimasto perplesso, certamente- rivoltati contro il pavimento, sporchi di polvere e del tempo, del tempo che passa nella cella di Timisoara, mentre fuori impazza l'inferno.
Osserva tra le ciocche castane le sbarre, una guancia premuta sulle ginocchia inizia ad acquisirne il segno.
E' sempre più difficile catalogare i pensieri con ordine, mettere in fila nomi e facce, trovare spiegazioni.
Ha squarciato la faccia di Moloko Cortes, ed è finita lì.
L'ha fatto con un bisturi, per paura di morire.
Come fai a dirglielo, come fai a spiegarlo a queste persone che è stata la paura a farla reagire a quel modo?
Ci spinge la fronte, ora, contro le ginocchia.

'Non fidarti di lui.'
Eivor Edwards era così seria, lì davanti. Quando era successo? Il giorno prima? Qualche ora fa? Prima o dopo l'arrivo di Marshall Lee?

'Scopalo. Innamorati. Fai quello che vuoi. Ma non fidarti di lui.'

Era lei, la bionda su cui aveva fantasticato mille volte, osservando gli scarponcini di Huck Haggerty.
E le era grata, in qualche modo, per aver riportato quel nome nella sua cella, anche se solo per un secondo, anche se solo a bassa voce.
Aveva avuto ragione, Huck, quella volta. Qualcuno l'ha spaccata la sua campana di vetro: l'ha fatto da sola, con le sue mani, l'ha fatto senza sapere che cosa diavolo stesse combinando.

'Tu non sai quello che fai, cazzo. Ti butti nelle cose a cazzo, e ferisci te stessa e gli altri con la stessa facilità con cui rompi i bicchieri.'

Era vero anche questo, era vero come era vero che Lee l'aveva ferita con quella storia della tortura, e lei aveva ferito lui -ne era consapevole- difendendo le ragioni di Black.

Sta ferma, e adesso non guarda nemmeno più le sbarre perchè gli occhi ce li ha chiusi. Piange, ma lo fa piano, con una mano piantata sulla bocca per non disturbare l'accavallamento dei suoi pensieri cupi.
Non lo sa che cosa sta per succedere, non sa chi verrà oggi, se mangerà, non sa se è giorno o notte, non sa se vivrà o morirà. Si rende conto solo di una cosa, nell'umidità che ti entra nelle ossa, in una piccola cella di Timisoara: meglio continuare a spaccare bicchieri, che campane di vetro.







lunedì 9 dicembre 2013

'Mi piaci, Zoe, ma il sangue della mia gente è più importante del tuo.'



Lo so, che è così.
Ma non serviva certo dirlo, Marshall Lee, non dovevi necessariamente dirlo a voce, sapevi benissimo che ero a conoscenza della cosa. E come potrei fare diversamente?
Me lo ricordate tutti, qui, ogni giorno. Non c'era bisogno di dirmelo.
Non c'era alcun bisogno, mi ripeto, non c'era bisogno di farlo nel laboratorio, dove tra boccioni d'acido e sostanze chimiche cercavo di ripulirmi le mani dalla droga che ho preparato fino ad ora.
Ma non fa niente, Zoe, va tutto bene, Zoe.
Hai preparato gli antidolorifici, sei stata brava, Zoe.
Sei stata brava.


In tutto questo, c'è una nota buona, una nota bella, forse l'unica: Moloko Cortès sembra avermi accordato un pizzico di fiducia. Dice che sono un dito nel culo -testuali- ma domani mi viene a trovare, domani viene a trovare me. Viene lei da me.

'Una come lei non indossa golf rossi. E se lo fa, è solo perchè una pallottola le ha traforato lo stomaco, e quello, beh, quello è il rosso del suo sangue.'

Ma lo ha indossato, il mio. Oddio, io e Rosales glielo abbiamo messo mentre non era cosciente, e tralascerei volentieri il fatto che ha cercato di strapparselo via di dosso più e più volte tipo una scimmia drogata.
Fuma. E ho fumato.
Vieni qui. E ci vado.
Posacenere. E prendi il posacenere.
Perchè non riesco a dirle di no?
Mi sa che ho qualche problema col fatto di farmi accettare. O forse non lo so, forse è solo che non sono mai stata così distante da casa, come adesso.
Non mi sono mai sentita così lontana.
Mi sa che non mi sono mai sentita così sola, è questo il guaio.
Ho visto Saren e Dragan attraverso lo schermo del mio Holodeck, è stato bello.
Saren era preoccupato, stavolta non ha fatto niente per nasconderlo. E Dragan.. Dragan..
Dragan. Vaffanculo, razza d'handicappato.
Se non avessi ammazzato la mia amica, io non sarei mai partita, mai.

..

Volevo provare a scaricare sugli altri responsabilità varie ed eventuali, ma in realtà non funziona, non è così, probabilmente sarei partita lo stesso, solo che lo avrei fatto con meno rancore come bagaglio culturale da portarmi appresso IN QUESTO MALEDETTO PIANETA IN CUI PIOVE SEMPRE E MI GUARDANO TUTTI MALE E GLI ANFIBI SCIVOLANO SUL FANGO E IL LABORATORIO NON E' MANCO TROPPO ATTREZZATO E MI SENTO SOLA, MANNAGGIA LA MISERIA, MI SENTO SOLA COME QUANDO METTI I CALZINI IN LAVATRICE  E PUNTUALMENTE NE RITROVI SOLO UNO, E PURE SCOLORITO.
Ho finito. Mi sono sfogata.

Vaffanculo pure a te, Marshall Lee. Perchè hai dovuto ribadire, mettere in chiaro?
E Vaffanculo pure a te, Edward Shaw, coi tuoi messaggi monosillabici. Lo so che sei arrabbiato, lo sono un po' tutti con me, di recente, ma almeno..
non lo so.
Vado a dormire. Domani Moloko viene a trovarmi, domani forse mi sentirò meno sola.

( annotati in basso, un messaggio, scritto in fretta, molto in fretta. )

Vuoi partire. Vuoi pulirti la coscienza. Vuoi evitare di soffrire salutando. Vuoi che io scriva o dica qualcosa. Vuoi troppe cose, Zoe. 
  • "Non credo di riuscire a scriverti, mi si annoda lo stomaco in una maniera che proprio non puoi immaginare." Ed.